lino porrari

Artista iscritto il 7 Luglio 2011

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E' difficile un'analisi critica che nasconde l'opera dietro le parole. Al massimo parlerò di impressioni, emozioni, intuizioni. Opere in cui lo stesso telaio prende vita, aggredisce la pittura, la mangia: quadri - non quadri in cui intrecci di fil di ferro stritolano la tela assediata da strappi, cicatrici, spazi vuoti.
Una forza che distrugge per ricreare e che, a volte, trasforma letteralmente il quadro in qualcos'altro.
Dipingo il caos.
Tale "spiegazione" accomuna TUTTI i miei quadri.
si può semplificare dicendo che il punto da cui parto per realizzarli è l'istinto: nel momento in cui mi metto all'opera non so assolutamente cosa verrà fuori. Sono un frullatore che contiene tanti elementi, i più diversi.
Automaticamente cammino intorno alla tela (poggiata sul pavimento). Come primo approccio, per rompere il ghiaccio "sporco" la superficie (segno, macchia, strappo) per "presentarmi", (in fondo, siamo due perfetti sconosciuti). Poi ha inizio il dialogo che può avere sviluppi pacati, aggressivi, ironici, litigiosi, distruttivi. Uso colori, colla, stracci ... tutto quello che SENTO di usare in quel momento. Scavo dal mio intimo angosce, frustrazioni, incomprensioni, amore, odio, speranza, vita.
Ecco, per concludere, cosa rappresentano i miei quadri: ME STESSO.
Rappresentano L'UOMO.