giovanni giungi

Artista iscritto il 25 Ottobre 2014

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LA  DOTT.SSA   LUCIA  MOSCA

( CRITICO D’ARTE) 

                                                                   ha scritto:

Giovanni Giungi è energia allo stato puro. La sprigiona dalla testa, prima che dalle mani. E' impossibile restare indifferente davanti ai suoi dipinti: evocano scenari ancestrali, ineffabili costringono a farsi domande, a scavare nell'inconscio, ad abbandonarsi alla curiosità di decodificare sensazioni, impressioni.

Colori come reminiscenze di un passato onirico universale, figure inquiete e tormentate, dilaniate dal dolore della nascita ma che al tempo stesso sprigionano l' incontenibile energia positiva della materia primordiale.

Tutto questo è nelle opere di Giovanni Giungi, pittore marchigiano contemporaneo i cui fiori, i cui paesaggi rappresentano le tre anime dell'artista: romantica, curiosa e inquieta, passionale e travolgente. I soggetti così rappresentati sembrano plasmati dal fuoco, che diventa così genio creatore, generando una incessante metamorfosi di identità e forme. Il contatto con gli elementi naturali è assolutamente vitale. Artista, pioniere, sperimentatore, le sfide non lo spaventano. Semmai lo spingono a raggiungere traguardi sempre più arditi e ambiziosi. Giovanni Giungi è surrealista, visionario, materico, divora concetti e tecniche in un'insaziabile brama di conoscenza e sperimentazione.

Paesaggi indefiniti, lontani, quasi evanescenti nel ricordo e nella consistenza si alternano a dirompenti emanazioni di energia allo stato puro, scaturita dalla deflagrazione della materia quasi in un novello Big Bang e a fiori, i fiori di Giovanni Giungi, meravigliosi, inquietanti, romantici, provocatori: quello che all'apparenza sembra un fiore può celare altro, serbare pericoli, porci di fronte a enigmi come una sfinge che si materializza al bivio, lasciandoci liberi di scegli ere in quale direzione andare.

Irruento, provocatore e sempre pronto alla burla, Giungi è eclettico, onnivoro, vulcanico, ma anche incline alla riflessione e a indagare, indugiando, su se stesso e sull'umanità che lo circonda.
E' positivo, dinamico, infonde fiducia. La sua stretta di mano ed il suo sguardo, che vanno diritti al cuore, inducono naturalmente ad approcciarsi in maniera confidenziale con l'uomo e l'artista, aprendogli cuore ed anima; i suoi lavori colpiscono per la capacità di evocare, trascinando l'osservatore in una dimensione fatta di oblio e di incantato stupore, ogni volta come fosse la prima, le atmosfere telluriche e primordiali delle origini del tutto.

LA  DOTT.SSA   FEDERICA GIOBBE

( CRITICO E STORICO DELL’ARTE) 

                                                                   ha scritto:

                                         L’ACROBATA DELLA PITTURA:

                                                  Tranca e l’arte.

                                 Disegno tra emozioni sulla tela e nella vita!


 
La ricerca pittorica di Giovanni Giungi, in arte Tranca, procede su un piano estetico un po’ anomalo nel vasto panorama artistico contemporaneo, sia riguardo alla tecnica usata (una rivisitazione della flash art moderna) , sia ai pensieri che ne governano la genesi. Perché non è semplice mantenere vivo ed acceso l’entusiasmo giovanile che nasce dentro di noi e con noi, tramutarlo in una vera e propria passione per l’arte e renderlo attuale attraverso un linguaggio proprio. Questo è un grande regalo creativo che un artista può fare al mondo. Ecco perché Tranca sulla scia filosofica della flash art moderna (dalla quale prende solo l’ausilio dei materiali) ed il suo innato “emozionismo”, trasmuta il colore in materia e la materia in cromia.

I suoi sono quadri figurativi, né perfettamente disegnati né perfettamente dipinti, e hanno l’originale caratteristica di mostrare dovunque i segni di quella irrisolta ma proficua indecisione che traspare da un artista in continua ricerca espressiva. Artista a 360°, Tranca sperimenta l’arte in diversi percorsi d’espressione : musica, pittura, scultura e poesia. I suoi lavori sono soste, incroci, momenti di riflessione che fanno bene al cuore ed allo spirito. Sono spiragli su un mondo nuovo, in continuo mutamento. Un mettersi in gioco nel gioco,  con la consapevolezza di esprimere, con grande umiltà ed un grande amore per ciò che si produce, il proprio fare arte; vero mezzo espressivo per arrivare alla verità di se stessi. Attratto forse dal pudore del dubbio che sorreggeva le osservazioni al di fuori del mondo, l'artista si è avvicinato al mio pensiero chiedendomi un parere sincero sulle sue opere. Nella mia pratica di teorica dell’arte, solitamente non applico giudizi soggettivi ma ricerco in quell’elemento pittorico con il quale entro in contatto diretto (come con l’artista),  il senso e l’amore che traspaiono dall’attrazione segnica che prende la sua linfa da radici passate per trasformarla in opere d’arte contemporanee. Ebbene, i lavori segnici di Tranca sono enfasi emozionali. E' come se, dato un soggetto, l’artista volesse esprimerlo più che copiarlo; e quel soggetto, quello spiraglio di paesaggio,  rimane lì davanti agli occhi incuriositi dello spettatore , quasi a forzarvi la mano. I quadri di Tranca dunque sembra parlino un linguaggio a parte, che guardino il mondo esterno con diffidenza, come se l’artista  li avesse “cancellati “ troppo poco. Nei quadri emozionali di Tranca c’è dunque l'avvistamento della pittura: ancora esistente, ma già percorso da quel caos di colori, tonalità, sfumature indecise che sono simili ad una nebbia informe, e che nel gioco senza limiti della distruzione e del riassemblaggio, danno vita al quadro stesso. Queste indicazioni, interpretate visivamente dall’autore, ci forniscono così due chiavi di lettura del lavoro, che naturalmente reca in sé relazioni con paesaggismi romantici ottocenteschi tedeschi ed inglesi , arricchiti da una consapevolezza visiva tipica dell’espressionismo anni’40. La luce è protagonista alla pari del segno, insieme ad un movimento di antiche memorie  tipiche Futuriste , dalla mano delicata di un  Boccioni in erba. Anche velature divisioniste lasciano spazio alla creatività, ricordando il primo Van Gogh della Provenza francese. Tutti elementi che fanno dell’arte di Tranca qualcosa di assestante, dove però  la tecnica può comunque dare una mano, come ammette lo stesso artista.  “La Tecnica che utilizzo in realtà può essere usata su tutte le superfici lisce e lucide (vetro,ceramica,lamiera,laminato); oppure, come faccio io abitualmente, su del cartoncino bianco da 240 grammi o dell'MD nobilitato bianco da 4-5-6 mm con dello Smalto sintetico brillante, dove un rulletto ed una spatola metallica bastano per dare quel tocco magico ed originale ad ogni tela… oltre ad altri oggetti che ho aggiunto e personalizzato io” ; come a voler sotto intendere che la creatività ha molte sfumature come quelle di un colore. Dietro a questa generosità tecnica però vi sono cromie ben studiate ed equilibrate, che insieme creano una visione al limite della monocromia in certi temi (dove traspaiono pochi colori ma scelti con particolare gusto) ; che valorizzano forti contrasti tra luce e controluce, o primi piani scuri e sfondi illuminati a giorno tipici della tecnica flash artistica, ci si trova immersi in campi di luce , sentieri semi deserti, costruzioni disperse nella natura, pochi soggetti ma carichi di significati simbolicamente  espressi, fino ad arrivare all’astrattismo luminoso di certe immagini, quasi un trompe oil grafico. Forse questo è l’ umano tentativo dell’artista di recuperare tutto ciò che è vero e che sta sfuggendo all’uomo contemporaneo, troppo spesso preso dal proprio passato e da un imminente futuro. Tranca quindi, con la sua arte eclettica, va oltre il tempo, e nel presente offre la possibilità, attraverso la sua fantasia, di riscoprire luoghi, azioni e ritmi che riconducano l’individuo a sensazioni e percezioni universali, passando per la propria strada.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------   La Prof.Dott. e Critico d'Arte  Laura L. Allori  ha scritto: 

IN ARTE TRANCA
Il professionista dilettante

Limitare l’arte di Giovanni Giungi alla tecnica della Flash Art sarebbe come ridurre la sua musica a quella di un saltimbanco per strada che cerca di racimolare monete con una chitarra scordata.
Con questa tecnica semplice e veloce, Tranca ha saputo riproporre abbellendo di una poetica nuova l’art brut di Dubuffet o l’arte povera dello spagnolo Antonio Jiménez e, personalmente a me ha ricordato anche un certo periodo di Picasso (ad esempio quello delle ceramiche).
Se i due artisti succitati, Jiménez e Dubuffet, fanno uso del colore con parsimonia, le opere di Giungi si riempiono di colori accesi, vivaci, allegri e oserei dire “simpatici” come le parodie dialettali delle creazioni musicali, rustiche solo all’apparenza, semplici proprio come la tecnica della Flash Art ma non per questo prive di capacità artistica.
Picasso, il grande Picasso è salito all’onore degli altari artistici con il cubismo, figlio dell’arte primitiva africana, tuttavia non si potrà mai dire che non sapesse dipingere. E così è Tranca nella musica come nella pittura: guardando o ascoltando le sue opere ci si ferma un secondo chiedendosi se si ha davanti un dilettante o un grande autore che sa come dalle cose semplici si riesca ad esprimere le cose grandi.
Infondo, l’uomo è stato creato dal fango e cosa c’è di più semplice della terra?
Una tecnica veloce per una produzione artistica intensa (sia nel numero che nell’espressività), una pratica artistica modulata che cammina mano nella mano con la composizione musicale e non si può recensire il suo lato visivo separandolo da quello melodico.
L’arte figurativa della scuola romana, una certa pop art, l’arte povera di Boetti o Burri, l’art brut dei malati di Dubuffet, gli assemblaggi a due dimensioni di Picasso e Jiménez si accompagnano con la colonna sonora della produzione musicale di Giungi, che spazia dal cantautorato bolognese con una vena intimista, da’ uno sguardo alla tradizione romana di Locasciulli, senza trascurare un orecchio al moderno pop sofisticato, mantenendo però, in alcuni casi, un’ironia unica che lo rende chiaramente riconoscibile sia in pittura che in musica.
Sostanzialmente, Tranca è un professionista che mantiene volutamente la semplicità e l’umiltà di un dilettante per donare consapevolmente o meno un tocco d’unicità alle sue opere d’arte che non sono mai banali, mai commerciali ma, al contrario, elegantemente semplici, umilmente sofisticate. Solo in questo modo si può essere definiti grandi.