mery blindu

Artista iscritto il 11 Agosto 2011

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       "Paesaggi vissuti e segnati dal tempo, borghi antichi incastonati in verdeggianti prati che si accendono di verdi trasparenti da sembrare "Tsavorite", o cieli preziosi che stagliano in lontananza nel colore d' "acquamarina" , fra colli dorati ricchi d'erbe spontanee, che ancora narrano la bellezza primigenia, che il lavoro dell'uomo non ha potuto o voluto brandire fino in fondo, ma ha altrimenti ritenuto di rispettare,almeno per quel poco che basta a rendergli una vita semplice, decorosa, onesta. Luoghi contadini , retaggio di antiche civiltà, questi i luoghi che ama riprendere sulla tela la pittrice Blindu.  Ella procede con modalità che richiamano altri tempi, fra macchia toscana , impressionisti russi o francesi alla Monet, tanto per dare il segno di un percorso storico che ha in artisti contemporanei necessità di attualizzazione, per il forte bisogno di riappropriarsi del bene ambiente, cui la sensibilità di molti, a mio dire giustamente, induce a fare.  Vi è comunque un altro obiettivo che l'artista persegue nel coniare una propria estetica del paesaggio , ed è certamente il voler esprimersi con spontaneità ed immediatezza per attendere ad una volontà rivolta a demandare con maggior vigore ed energia la levatura autentica delle cose, e l'immenso valore della natura a volte immacolata, che ancora si lascia ammirare nella sua maestosa bellezza e che Mery Blindu vuole rendere con l'efficacia della pittoricità.  L'osservatore non potrà che compiacersi di fronte a tali opere, rese di getto e senza troppi ripensamenti che decantano in pochi istanti sulla superficie intelata l'esperienza e le abilità acquisite, grazie ad una spiccata passione consolidata da appropriati studi e ricerche.  Ne consegue il bello del rimanere osservatori immoti alla prova dei colori, che si stampano sulla nostra retina e che ci cullano verso orizzonti d'incanto visivo, fra memoria, bellezza e non di meno alea di mistero, che quest'ultimo potrà dedursi da una pur degna di nota, propensione "romantica". A mio dire sono opere che strappano un lieve sospiro, rendono l'emozione a volte di un ricordo ,a volte di retaggi d'infanzie lontane che quei luoghi, se non gli stessi certamente simili, conobbero e vissero nell'abbraccio dolce del creato.  Ma la BLINDU animata da forte passionalità in alcune opere si propone con colori decisi, spesso sui toni di terre accese di incarnati rossastri e voluttuosi, come nella stupenda ed intrigante opera "Dream" ("Sogno") 100x100", dimostrando la sapienza conquistata attraverso lo studio del ritratto, nel rendere al meglio gli incarnati delle figure e la suggestione dell'immagine che qui è d'indubbia sensualità.  Le sue sono folate di colore veementi, che si impennano sulla tela, rese con maestria dalla mano felice di Mery, che conduce il pennello abilmente, con moto rapido, come vela posta controvento, ch'accoglie il pigmento, per renderne lavature poderose a tratti trasparenti, oppure oltremodo coprenti.  Tutto pare crearsi come ci insegnano le opere virtuose dell'insigne ferrarese Boldini , sulle ali di un vento istintivo, retto da spiritelli che producono vorticose giravolte animando le scene in modo imprevedibile, a volte scivolando a volte rimbalzando e sgocciolando, a volte tracciando e segnando percorsi che il nostro occhio inseguirà per svelarne i contorni ed i risvolti. Ed infine l'accenno va alle trame tessutali cromatiche, che si faranno ricche fino a giungere a quella perfezione che l'artista identifica con il proprio personale sentire ed è in quel momento che l'opera si compie e l'animo ritroverà la quiete.                                                                                                       Un pennello felice dunque, quello della Blindu, che non può che agire rapido e rapito al contempo dall'emozione delle immagini che si dipaneranno veloci, su superfici cotonate ed ingessate per impregnarle di pigmenti vogliosi di poter cogliere ed esprimere l'istante mentale del sogno visionario o dell'immagine reale da tradurre in una ulteriore realtà, quella che si confronta con l'intimità dell'artista, la sua personalizzazione inconfondibile. E' in questo agire e modularsi al soggetto per coglierne l'essenza che si comprende a pieno la bravura di un'artista. L'immagine proposta ci giunge sorretta dal costrutto armonico fra primari e complementari, in simbiotica coesione fra cuore e ragione, fra desiderio e passione. Chi osserva tali opere cosi caparbiamente volute e cosi ben rese se ne innamora facilmente sentendole come proprie.  Il pittore Ernst Paul Klee disse che l'occhio dell'osservatore di un'opera "si deve muovere sulla superficie del dipinto come una pecora al pascolo", introducendo la dimensione del tempo. Ed è questo che esplicitano ai miei occhi le opere della Blindu. Tu le guardi e ti senti calamitato dentro all'opera nei suoi leganti prospettici, accurati, nei particolari delle mura e della vegetazione: erba o alberi che siano, nei paesi lontani immersi nel verde, che scaldano il cuore, e rendono il mistero di una narrazione visiva da leggere come un viaggio interiore.                                                                        Ed ora un capitolo a parte meritano le "belve". Le vediamo in "mai più divisi", un Leone visto in una specie di abbraccio intenso e protettivo con le sue Leonesse, poi anche "in cerca di vita" ove Elefanti guidati dal maschio dominante cercano la strada della salvezza, tutti uniti in una processione di speranza, che è per tutti quella di un domani possibile.  Che dire poi di "gabbie di fuoco", un'opera che lascia intendere il ruggito disperato di esseri senzienti, costretti a vivere in gabbie infamanti contro la loro natura, soggiogati dalla nostra ferocia di esseri dominanti, un grido che ci trapassa l'animo inducendoci a compassione.  Ma non sono anche le nostre stesse vite ad essere soggiogate, dall'affievolimento all'uso di cellulari ed automobile, ed ingabbiate fra grattacieli e strade assordanti di traffico, fra brutture di ogni genere, mentre la natura ci indurrebbe a ben altri stili e valori.  Questa pittura ci appare retta dall'impeto e dall'urgenza di poter rendere a chi l'osserva la gioia del bello poetico , del verso ispirato, del sentimento puro e purificante del racconto breve e ben congegnato che produrrà un lieto fine se prenderemo buona nota dei messaggi impliciti ed espliciti che ne derivano.  Una pittura che vuole essere momento d'elevazione, necessità morale se non anche spirituale e non di meno un'esigenza dell'animo di ritrovare l'armonia."                                                                                                                                                                    Commento critico di: Franco Bulfarini -Ravarino Mo-Italy